Il promontorio del Gargano, soprannominato lo Sperone d’Italia, secondo i geologi era un’isola emersa a causa dello spostamento delle placche tettoniche e in effetti è un massiccio montuoso isolato dal resto della Puglia, tra l’Adriatico e il Tavoliere, a pensarci bene, a parte il Conero, è l’unica vera montagna che si affaccia sull’Adriatico. Si estende nella Puglia settentrionale, è un’area che presenta paesaggi differenti: circondato dal Mar Adriatico, è dominato dal Tavoliere delle Puglie e dal Parco Nazionale del Gargano, con la famosa Foresta Umbra, polmone verde nell’area della macchia mediterranea. Il silenzio dei boschi e delle vallate del Promontorio, che con la sua tipica roccia carsica occupa quasi interamente il territorio, i colori del mare e della costa: le escursioni in bici in quest’area sono un’attività suggestiva e rigenerante. Riserve naturali, siti Unesco e ancora città d’arte, borghi e mare: ecco quali sono le tappe fondamentali per visitare ogni magico angolo del Gargano, ha una varietà incredibile di paesaggi con il suo polmone verde all’interno della Foresta Umbra (da ombrosa in latino) e la sua vetta massima nel monte Calvo a 1.056 m. La porta del Gargano è Manfredonia, il cui nome rimanda al re Manfredi, il figlio dell’imperatore Federico II, da qui si giunge a Mattinata, che indica proprio il sorgere del sole.
Tra quelli selezionati si propone il Passo del Lupo situato sopra Mattinata però il versante migliore è quello da nord, per cui bisogna fare tutta la costa fino a Vieste e poi Peschici e al rientro fare il Passo e scendere a Mattinata facendo un percorso ad anello. Si può partire da un benzinaio poco fuori Mattinata. Da qui si prende subito la strada litoranea SP53 in direzione nord-est evitando l’imbocco della galleria sulla statale, la strada si arrampica sulla montagna tra i pini d’Aleppo regalando scorci di incredibile bellezza, la direzione antioraria consente di avere il mare immediatamente sulla destra apprezzando ancora meglio la vista magnifica della costa, si vedono strapiombi con grotte, strette baie con spiagge minuscole, falesie bianche altissime. La strada è ricca di curve e strappi in serie, non consente un adeguato riscaldamento, dopo 17 chilometri di saliscendi continui si arriva alla Baia delle Zagare, dove una sosta è d’obbligo per osservare una delle spiagge simbolo del Gargano, si vedono le alte scogliere bianche e i due bellissimi faraglioni di roccia calcarea. Dopo la Baia la strada sinuosa riprende a salire per poi riscendere, è tutto un susseguirsi di curve in falsopiano, salita e discesa, dopo 12 km, arrivati al bivio per Pugnochiuso, nota località turistica, si rimane su questa provinciale senza prendere la deviazione sulla destra sulla SP54, che fa allungare il percorso (e il dislivello) e si prosegue verso il Lido di Portonuovo.
Dopo 43 chilometri dalla partenza arriviamo infine a Vieste, è il comune più a oriente del promontorio con il suo bianco centro storico che sorge su di una piccola penisola rocciosa con vicoli e scalinate caratteristici, ci accoglie lo scoglio di Pizzomunno, un monolite in pietra calcarea alto 25 metri situato all’inizio della spiaggia a sud, la foto è d’obbligo. Ripartiamo seguendo la litoranea verso nord sulla SP52 e dopo qualche chilometro avvistiamo i primi trabucchi, le caratteristiche macchine da pesca fatte da pali di legno e reti con un sistema di argani che consentiva di pescare direttamente da queste palafitte (in Abruzzo li chiamano trabocchi), molti di questi trabucchi sono stati ora restaurati e alcuni ospitano dei caratteristici ristoranti. Il percorso è scorrevole con alcune asperità altimetriche da Torre di Calalunga a Peschici, dove una salita di 5 chilometri con tratti al 10-12% si inoltra all’interno con una serie di curve per poi ripuntare sulla costa nei pressi di Peschici. Già si intravede il suo profilo, un’altra perla del Gargano, arroccata sul suo promontorio a strapiombo sul mare. Arrivati finalmente percorriamo la discesa all’ingresso del borgo e ci dirigiamo verso il centro storico, facciamo un giro veloce tra alcuni suoi vicoli e approfittiamo per mangiare qualcosa.
Da qui ci si può inoltrare nella Foresta Umbra andando prima verso ovest sulla SS89 e poi girando nell’entroterra per Vico del Gargano, procedendo prima sulla SP144 e poi SP528 immersi nella fitta vegetazione di querce, faggi e cerri ad alto fusto per poi arrivare a Monte Sant’Angelo, crocevia dei pellegrini sulla via di Gerusalemme, già a partire dal VI secolo, e al santuario di San Michele Arcangelo, Patrimonio Unesco dell’Umanità, quindi si rientra a Mattinata, ma noi decidiamo di rientrare prima e lo facciamo prendendo la SS89 che punta diritta verso sud e poi sale fino a Mandrione, da cui si va verso Vieste, dove non ripasseremo ma rimarremo sulla statale iniziando finalmente la salita del Valico del Lupo a 700 m di altitudine, lunga 17 km con un dislivello di 613 m e pendenza media del 3,6%, è una salita non breve ma molto pedalabile. L’inizio della salita è lieve tra ulivi e qualche curva, salendo più su l’ambiente diventa più montano, gli ulivi cedono il passo al bosco di abeti e pini, la strada è sempre in buono stato ed è larga, ma man mano che si sale la stanchezza affiora, si passa da una fontana dove ci fermiamo a fare rifornimento, poi inanelliamo una serie di tornanti dove cerchiamo di rifiatare mentre la strada si arrampica sempre più su, infine dei lunghi rettilinei portano al Valico dove ci fermiamo a scattare altre foto. Di qua segue una lunga e veloce discesa di 20 km su Mattinata, la vista panoramica è superba, si vede il mare, la strada sottostante e le scogliere, la discesa sembra non finire più.
Distanza 123 Km – Dislivello 2.100 m – Tempo medio di percorrenza 5 h

La traccia del giro (in formato .gpx) verrà fornita ai partecipanti prima del giro.